venerdì 18 dicembre 2015

Tram a Palermo: l'ideologia e la concorrenza.

La Repubblica Palermo - 17/12/2015 - Pag. I
Le domande da porsi aspettando il tram
Francesco Palazzo
Che il tram riesca entro dicembre a imbarcare utenti, pena la restituzione di fondi e una penale giornaliera alla ditta che ha svolto i lavori, dipende da un voto del Consiglio comunale.Il giocattolo è pronto, ma non è ancora stabilito chi debba gestire il servizio. Non ci si poteva pensare prima? Certo, dice l'opposizione di Forza Italia. Altri consiglieri comunali del centrosinistra sono sul piede di guerra. Affermano di non conoscere lo stato patrimoniale dell'Amat e di non essere, perciò, nelle condizioni di votare il contratto di servizio con l'azienda. Vedremo come andrà a finire. Ma lo spettacolo non è dei migliori. Già c'è un primo intoppo. Tre commissioni di Palazzo delle Aquile hanno bocciato il contratto di servizio dell'Amat e il suo piano industriale, rimandando la patata bollente in Consiglio. La battaglia è sulla Ztl. Da settimane c'è un movimento di cittadini. Chiede che le linee del tram entrino subito in funzione. In effetti, nel vedere tutto pronto, con queste luccicanti vetture che transitano senza passeggeri, un po' d'impazienza è normale che prevalga. E sono pure disposti ad accettare, i palermitani, che quanto spenderanno per le zone a traffico limitato andrà a foraggiare il sistema tranviario, pagando dunque due volte il servizio. Per la cui gestione l'amministrazione comunale ha individuato l'Amat. Si tratta di un'azienda florida, che gestisce in maniera ottimale il servizio degli autobus, per cui è logico affidarle un altro asse di mobilità pubblica di primaria importanza qual è il tram? Su questo punto, stando a quanto affermano i consiglieri del centrosinistra, non siamo in grado di dire molto. Come cittadini utenti non possiamo certo trarne giudizi superlativi. Basta vedere il numero di vetture che ogni giorno sono su strada e lo stato dei mezzi, il numero di portoghesi, le attese alle fermate. Si può dare a un'azienda già zoppicante un altro carico di lavoro molto pesante? Perché non veniva svolta, in tempi utili, non con l'acqua alla gola, una gara pubblica per vedere chi offriva la gestione migliore del tram e una spesa minore da parte dei viaggiatori? In fin dei conti all'utente interessa che i mezzi passino con una frequenza temporale accettabile e che il tagliando e gli abbonamenti costino il giusto. Per dire, se tutti pagassero sui bus dell'Amat, il biglietto costerebbe di più o di meno di un euro e 40? Con i soldi incassati si potrebbero comprare più o meno autobus? La risposta non è complicata. Qui, però, entra in gioco il classico schema che consiste nel mettere sull'avviso, contro quanti vogliono liberalizzare questo tipo di servizi, che sarebbero alle porte, pronti a buttarsi sull'osso, quei cattivoni dei privati. Non parliamo di scuola, di sanità, di acqua, ambiti in cui in occorre fare molta attenzione tra pubblico e privato. Si parla d'altro. E gridare al lupo sembra fuori luogo. Per carità. Dove il pubblico riesce a gestire in maniera ottimale il servizio di trasporto, nulla quaestio. Ma se non ci trovassimo in questa condizione a Palermo, e più di qualcosa ci dice che così è, aprire le porte alla concorrenza per offrire un servizio migliore, e che costi meno alle tasche dei contribuenti, dovrebbe essere assolutamente un percorso naturale. O no?

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